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lunedì 28 dicembre 2015


IL DOMATORE DI PULCI
(un racconto breve di Silvano Staffolani)

Certo che lo so, il mio non è affatto un mestiere normale, un impiego di quelli che comodamente chiunque può svolgere da casa, pochi minuti al giorno per un buon reddito garantito; gli annunci dicono questo vero?
Io gli annunci non li leggo più, ho smesso subito dopo aver fatto la stessa cosa con l’oroscopo: nessuno dei due dice mai il vero..
Adesso leggo solamente le pubblicità dei grandi negozi e dei centri commerciali, quelle con i prodotti in offerta così rimango sempre aggiornato sulle ultime novità di cui, a onor del vero, poco mi interessa ma non si sa mai : meglio non rimanere troppo fuori dal mondo.
Da quando ho iniziato questo lavoro?  
Mi ricordo perfettamente, è da quando ho cominciato a cercare lei e da allora non ho mai smesso, sarà che sono sempre convinto che da qualche parte potrò rivedere il suo sorriso, sarà che nessuno mai mi ha detto il vero, sarà che in fin dei conti non importa, è che non ho un buon motivo per fermarmi.
Una scatola? No, questa non è una semplice scatola, devi guardare meglio: conoscendo quello che c’è dentro è un vero e proprio scrigno e lo porto sempre in tasca con me. I contenitori sono preziosi per il loro contenuto, non per il loro aspetto e se niente contengono sono solo involucri senza valore, un po’ come le persone.
Vado per il mondo con questo piccolo forziere, si capisce vero che viaggio molto?
E’ dalle scarpe consumate lo so, sono vecchie ma fanno ancora bene il loro lavoro e le trovo così comode che non mi decido ancora a cambiarle. Alcuni dicono che molto si può capire di un uomo osservando le sue scarpe, di me si può capire che sto poco fermo e che vengo da lontano, mica le trovi scarpe di questo tipo qui, assolutamente no.
Io preferisco dire che molto si può capire di un uomo ascoltando la sua voce più che guardando le sue scarpe, la mia è tonante perché è così che mi annuncio davanti alle finestre chiuse, altrimenti come potrebbero  sapere che sono arrivato in paese?
Dalla voce si può capire il carattere di una persona e se quello che dice è vero oppure no, se ha buone o cattive intenzioni; dalla voce di due persone che parlano insieme si può capire quanto siano simili e quanto possano andare d’accordo insieme, come gli strumenti musicali quando suonano e stridono se non sono accordati allo stesso modo; ciascuno può funzionare bene da solo ma per stare insieme agli altri bisogna accordarsi.
Sai come faccio io ad annunciarmi? Ho una canzone che intono come presentazione, senti senti:
“Hop Hop Hop c'è il domatore accorrete accorrete che lo spettacolo va a iniziare Hop Hop Hop”
“Hop Hop Hop ieri oggi e così sia ogni piazza è casa mia Hop Hop Hop”
“Per compagne ho queste tre e a te che non le vedi dico la colpa è un po’ la tua.”
All’inizio le persone sono sempre diffidenti, lo capisco perfettamente.
Chi ancora non mi conosce non sa, e chi non sa quando non è ostile prova paura, quasi sempre; se non ci fosse la curiosità innata della persone a farmi da alleata  io sarei già morto di fame.
Adesso immagino tu voglia conoscerle però fai attenzione : ridere non ti conviene perché sanno anche mordere, sapessi l’impegno, sapessi l’affanno per questi animali sapienti e tanto affettuosi.
Con lo sguardo compiaciuto di un padre orgoglioso osservo, ammiro e gonfio il petto, son contento ma non lo dico per abitudine o forse per timore di sciupare questo momento.
Sono belle sì sono belle e se a volte mi rabbuio è per la paura di essere abbandonato di nuovo per il primo cane rognoso che si trova a passare, è per nient'altro che paura se li allontano a calci sai?
Ecco vedi? Come quello là che non so da quanti giorni mi segue, “pussa via brutta bestiaccia vattene da qui”. Più tento di allontanarlo e più ritorna da me, valle a capire certe cose.
“Corre s'arriccia e s'inciampa, deglutisce e s'incapriccia poi fa il triplo salto mortale, s'intreccia si streccia poi ondeggia e vaneggia, piroetta e s'inchina” e parte l'applauso.
A volte capita che mi ritrovo con altri come me, giramondo di professione. Io cerco sempre di stare lontano dagli altri, non c’è lavoro per tutti e più siamo peggio stiamo; però ce ne sono due a cui voglio veramente bene.
La vuoi sentire la storia dell’uomo sui trampoli e della statua umana? Io l’avevo capito quasi subito sai? Quando un uomo sui trampoli sta troppo fermo c’è qualcosa che non va, da lassù puoi vedere più distante di ogni altro, da lassù il mondo sembra tutto tuo per questo non puoi trattenerti dal percorrerlo a grandi falcate. Io, anche se impegnato con  il mio spettacolo ho notato uno strano ondeggiamento e tentennamento di quelle lunghe gambe ogni volta che lui passava davanti alla statua umana. C’è anche stato un momento in cui l’ho sentito chiaramente sussurrare : “lo so che lì dentro batte un cuore grande” poi si è rivolto verso di me e guardandomi fisso mi ha detto “non si può mai sapere dove un cuore batte ma se lo senti allora devi cercare finché non ti riesce di trovarlo” io ho sorriso alle sue parole e subito lui se ne è andato. La statua umana impassibile non si è accorta di niente, o forse così voleva far vedere. Ho saputo poi che un giorno è successa una cosa stranissima, l’uomo sui trampoli se ne stava immobile vicino alla statua umana quando all’improvviso una corda, sai quelle corde grandi e spesse che usano anche i marinai? Ecco c’era questa corda arrotolata a terra quando si è sentito un flauto suonare e come fosse un serpente incantato una cima ha iniziato a ondeggiare e alzarsi da terra, da sola, quando è arrivata all’altezza delle sue mani anche la statua umana si è animata, la ha afferrata e ha iniziato a salire, salire fino a che il suo viso non si è trovato proprio di fronte a quello dell’uomo sui trampoli; dicono che lei abbiamo sussurrato “andiamo via” e lui prendendola tra le braccia se ne sia andato schivando le tante persone presenti. Io non so se sia vero oppure no, non li ho più rivisti ma prima o poi mi capiterà di incontrarli di nuovo e scoprirò come e andata veramente.
“Hop hop hop camminiamo in fila, il quarto sono io ma vedete solo me, giro il mondo col circo mio”.
“Se per tutta la vita un pazzo son stato guarire ora non posso.”
Adesso però devi scusarmi, ecco le richiudo ché non si sa mai, c’è sempre quel cagnaccio nei paraggi e comunque le hai viste no? Non racconto mica frottole io. Per lo spettacolo abbi pazienza e se magari ti trovi a passare di nuovo di qua fermati, magari sarà il momento giusto e potrai ammirarle all’opera. Nel frattempo scrivi pure di me e racconta di come riesco a meravigliare tutti.
“Son solo un uomo come tutti gli altri e a chi mi guarda e scuote la testa dico: non si compatisce la felicità. “
“Hop hop hop”

giovedì 17 dicembre 2015

Ci sono alcuni brani che non ho inserito in nessun cd anche se erano già ascoltabili sulla pagina soundcloud. Visto però che siamo alla fine del 2015 ho pensato di chiudere l'anno rendendo anche questi liberamente scaricabili come tutti gli altri perciò accomodatevi pure; li trovate qui alla voce 2015 - OUTTAKES.

lunedì 14 dicembre 2015

CONSIGLI DI LETTURA :
CHI MI HA UCCISO? recensione del libro di Giancarlo Trapanese (italic pequod edizioni - 2015)


Metti che ti presentino un libro il cui soggetto è “invito a cena con delitto”, la prima cosa che puoi pensare è che il tutto sarà estremamente banale e scontato visto quanti altrettanti scrittori si sono cimentati proprio con un argomento simile; può esserci la possibilità che, dato il punto di partenza, il tutto possa svilupparsi in maniera originale e/o comunque appassionare il lettore che viene a trovarsi tra le mani il volume scritto dall’autore Giancarlo Trapanese?
L’autore...e già, qui cominciano le prime sorprese perché abbiamo un autore certo che è proprio il suddetto giornalista scrittore ma, fin dalle prime pagine, si entra in contatto con un altro autore (e di quest’ultimo non ci è dato sapere il nome) ed è il misterioso latore delle lettere che alcuni personaggi hanno ricevuto, missive in cui li si invita a passare un fine settimana in una villa dove avrebbero ricevuto importanti comunicazioni a loro riservate.
I personaggi...ovviamente se c’è un autore ci sono anche i personaggi, si può però avere la certezza di sapere a quale categoria apparteniamo?
Si capisce fin dalle prime pagine che non troveremo niente di così rassicurante come una storia già letta, e se ci si aspettava una rilettura del classico giallo con il maggiordomo che ha sempre tutte le colpe ebbene la sorpresa è doppiamente piacevole perché la storia prende subito strane pieghe, a volte metafisiche, e ogni qualvolta finalmente si ha la certezza di aver dissipato la matassa e scoperto per primo il perché...ci troviamo di punto a capo.
Non c’è il timore si svelare la trama se si racconta che, ebbene sì, c’è una villa isolata, ci sono gli invitati a cena e...c’è un delitto ma tutto questo diviene una sorta di ricamo intorno alle vicende che, in qualche modo sono vicende dove qualsiasi lettore può riconoscere un po’ di sé stesso. I personaggi sono tutti ben identificati nei loro caratteri (sarà forse perché sono personaggi che provengono da altri libri?) e sembra di conoscerli da sempre, lo scrittore veramente grande è quello che con poche parole riesce a farti “vedere” ciò di cui sta parlando e in questo caso capiterà più volte di sentirsi osservatori presenti molto ma molto da vicino.
Le domande che man mano leggeremo nei dialoghi sono le stesse che spesso tutti noi ci facciamo, e magari alcune riflessioni ci aiuteranno ad avere alcune risposte che mai ci sono arrivate.
Possiamo sentirci vicini a qualcuno distante nello spazio e/o nel tempo? Possiamo cambiare in qualche modo il nostro destino o influenzare quello di chi abbiamo vicino? E’ data a tutti questa possibilità?
Giancarlo Trapanese prova a farci ragionare sull’argomento e fornisce alcune indicazioni utili affinché possiamo trovare la risposta più giusta per ciascuno di noi e che è possibile solo con la dovuta attenzione ai particolari che una vita troppo distratta spesso non considera.
Partendo da quella che potrebbe sembrare dunque una banalissima cena con delitto si arriva a concepire una storia sorprendentemente originale dove il tempo e lo spazio si fondono e il presente corre il rischio di dilatarsi cancellando ogni possibilità di futuro, non è forse una paura comune?
Vi renderete conto una volta terminato il libro che è già tempo di riprenderlo in mano, perché i personaggi che ci hanno salutato solo alcuni istanti fa attendono solo noi per tornare in vita, mica per una stanca e inutile ripetizione bensì per una ulteriore “parallela” possibilità.
Buona lettura.